Quando si deve far fronte alle tante spese ordinarie e impreviste si ha bisogno di una certa liquidità e ciò significa ricorrere al prestito. Oggi chiedere un mutuo non è difficile e i tassi di interessi sono abbastanza contenuti, ma la formula migliore resta quella offerta dalla cessione del quinto.
Chi può richiedere un prestito con la cessione del quinto?
Prima di rispondere alla domanda, è bene sottolineare alcune caratteristiche del mutuo.
I finanziamenti ottenuti si ripagano con la trattenuta del 20% dello stipendio o della pensione mensile ed online è praticamente facilissimo ottenere un preventivo per la cessione del quinto. Gli interessi sono ancora più bassi rispetto alle altre tipologie di mutuo perché le garanzie fornite dal reddito sono piuttosto forti, tanto da assicurare, senza troppi dubbi, il rientro del capitale da parte della banca o della finanziaria. Si tratta di una vera e propria opportunità, non solo per il costo contenuto, ma soprattutto perché il richiedente lascia l’onere di pagare le rate alle scadenze al datore di lavoro o all’ente previdenziale; perché si può ottenere facilmente il finanziamento e il livello di denaro ricevuto può essere alto, sempre rapportato alla retribuzione e al TFR maturato in base all’anzianità di lavoro. I tanti benefici permettono di trovare una soluzione efficace ai propri problemi economici, ma non tutti possono accedere a questa tipologia di prestito, proprio perché le garanzie su cui si basa non sono possedute da tutti. Ci sono solamente alcune categorie di persone a poter avanzare l’istanza e quindi di raggiungere l’obiettivo. Naturalmente ci sono anche delle eccezioni che si possono applicare in alcuni casi per permettere a persone al di fuori delle principali categorie di avere la liquidità necessaria.
Chi può richiedere un prestito con la cessione del quinto?
L’elenco non è molto lungo, ma ci sono più dati da prendere in considerazione per comprendere chi può richiedere un prestito con la cessione del quinto. Innanzitutto si hanno un’età minima pari a 18 anni e un’età massima pari a 85 anni, limiti imposti dalla legge. Va precisato che la normativa pone il limite massimo a 90 anni, ma gli istituti di credito hanno abbassato la soglia nell’idea di tutelarsi maggiormente. L’età massima, tuttavia, è quella finale del prestito, quindi se si decide di restituire la somma in 10 anni, la durata limite, si deve fare la richiesta a 75 anni, perché compiuti gli 85 anni non sarà più possibile essere titolari di un contratto di prestito, anche se è in corso. Si deve essere titolari di un contratto di lavoro oppure di una pensione. A poter presentare l’istanza sono i lavoratori a tempo indeterminato operanti nel settore pubblico, statale e parastatale, nonché nel settore privato. Chi detiene un rapporto di lavoro a tempo determinato può essere ammesso al tipo di prestito, ma deve firmare un contratto che non duri più a lungo di quello di lavoro. In questo caso va detto che sono minori le garanzie, perché il trattamento di fine rapporto è una parte importante delle garanzie per l’ottenimento del finanziamento, ma in questo caso diventa difficile da produrre. La legge, tuttavia, consente anche ai lavoratori indipendenti e ai contratti atipici di presentare la domanda per la cessione del quinto. In questo caso sono gli istituti di credito pongono alcune limitazioni per avere maggiori garanzie sulla restituzione del capitale erogato.
Infatti chi desidera approfittare della cessione del quinto ma non ha un reddito tradizionale, deve dimostrare di avere un profitto sicuro e continuativo nel tempo, in modo da assicurare di essere solvibile. Nonostante ciò è possibile incontrare alcune difficoltà, probabilmente superabili con un garante oppure con delle proprietà di beni mobili e immobili. I pensionati Inps ed ex Inpdap sono ammessi senza riserve e anche i pensionati iscritti a enti previdenziali privati o a casse professionali possono usufruire della cessione del quinto, ma queste persone devono fare riferimento alle convenzioni stipulate dalle amministrazioni. Chi può richiedere un prestito con la cessione del quinto, oltre a quelli elencati? In effetti si deve specificare che le persone con difficoltà nei pagamenti in precedenza, come cattivi pagatori e protestati, possono richiedere il prestito con la cessione del quinto perché c’è la garanzia dello stipendio o della pensione. I disguidi bancari vengono quindi superati. Se i lavoratori in grado di dimostrare una certa entrata mensile con una lunga durata possono presentare istanza anche senza il contratto a tempo indeterminato, anche per i pensionati ci sono alcune eccezioni, o meglio ci sono più tipologie di pensioni con cui si può beneficiare della cessione del quinto. Meglio però fare attenzione alle indennità e alle somme percepite come prestazioni sociali da Inps e Inail, alcune delle quali sono completamente escluse per la tipologia di indennizzo, per cui la legge vieta qualsiasi tipo di impegno.
A non poter presentare la domanda di mutuo con la formula della trattenuta del 20% della pensione mensile sono coloro che percepiscono assegni sociali, pensioni per invalidità civile o per coloro che ricevono assegni per l’assistenza di pensionati inabili al lavoro. Sono altresì esclusi coloro che ricevono assegni di sostegno al reddito o per il nucleo familiare, nonché gli esodati. Per essere sicuri di essere ammissibili alla richiesta di prestito con la cessione del quinto, gli altri pensionati possono verificare presso l’Inps. Del resto devono fare domanda per avere il certificato di cedibilità della pensione, quindi saranno i funzionari dell’ente previdenziale e fare un controllo e dare il via libera. Ma chi percepisce la pensione deve tenere in conto un altro limite: la pensione minima. Ogni anno viene stabilita una cifra che equivale al limite minimo e non può essere utilizzata per ripagare i prestiti. Per il calcolo della rata, in questi casi, bisogna sottrarre alla pensione base quella minima e quindi si usa l’eccedenza per determinare la rata utilizzabile per il finanziamento. Sia per i pensionati sia per i lavoratori si valuta il possesso dei requisiti, ma è vero al tempo stesso che le banche e le finanziarie provvedono a fare un controllo caso per caso, proprio per le numerose eccezioni e per le situazioni particolari in cui non si ha un vero e proprio contratto, ma si ha un guadagno ricorrente che consente di assicurare la restituzione del capitale ottenuto attraverso il mutuo. Ora è chiaro chi può richiedere un prestito con la cessione del quinto, ma è bene chiedere ai singoli istituti di credito, perché solitamente ogni banca allarga o riduce la forbice di coloro che possono presentare istanza per questa formula di prestito.
Se non si rientra nelle categorie che possono usufruire della cessione del quinto, si deve optare per altri prodotti finanziari, come i prestiti personali. Certamente ci vogliono garanzie e inoltre i costi in termini di tassi di interesse sono più cari, ma potrebbe essere una soluzione più idonea e comunque praticabile. Bisogna essere pronti a produrre alcune garanzie. Prima di orientarsi verso altre strade, però, è bene farsi fare dei preventivi o chiedere dei prospetti ai singoli istituti di credito, chiedendo loro chi può richiedere un prestito con la cessione del quinto, perché si potrebbero trovare banche o finanziarie disponibili a considerare una serie di eccezioni ampia, in cui rientrare secondo la propria situazione. A variare potrebbero essere anche i limiti sulle cifre da chiedere oppure sulle tempistiche di rientro. Ad esempio se si presenta un’istanza per poche migliaia di euro, si può addirittura avere una rateazione di 12 mesi, ovvero della metà del minimo previsto dalla normativa. Quindi è possibile trovare delle soluzioni contattando direttamente le società bancarie o finanziarie, così da verificare le varie opzioni offerte. Per chi invece rientra nelle categorie indicate con la pensione o un contratto di lavoro a tempo indeterminato non resta che chiedere dei preventivi, confrontare i tassi di interesse e le condizioni contrattuali per scegliere il prestito più adatto alle proprie esigenze.